Pvf – Persone fragili, Progetto di vita, disciplina uniforme – Paolo Cendon

Qui di seguito trovate un articolo del Prof. Paolo Cendon tratto dal sito www.personaedanno.it

Pvf – Persone fragili, Progetto di vita, disciplina uniforme – Paolo Cendon

Nel corso degli ultimi decenni si sono moltiplicati in Italia i provvedimenti normativi, che, in relazione a questa o a quella categoria di persone fragili, indicano nella messa a punto del progetto di vita relativo all’interessato il punto di partenza – per  il futuro – di qualsiasi discorso teorico-pratico.

Anche  la disciplina dell’AdS, in maniera più o meno implicita, risulta ispirata a questo principio. Si tratta di un motivo che è venuto in evidenza, ricordiamo,  anche nella recentissima legge sul ‘Dopo di noi’.

I punti critici al riguardo appaiono allora i seguenti:

(a) non sempre la filosofia che ispira queste varie indicazioni  normative appare  la stessa: in particolare, non sempre è chiaro che il progetto di vita della persona deve essere, per se stesso,  una indicazione tessuta essenzialmente con gli strumenti del diritto civile;

(b) non è ancora ben chiaro in quale sede questi “progetti di vita” devono venire accolti-archiviati, o comunque, se ci sono, si tratta di indicazioni disparate.

In prospettiva, sia al livello di uniformazione amministrativa, sia al livello di de jure condendo, è opportuno segnalare quanto segue:

–          è necessario che, per qualunque persona che entra in “zona fragilità”, per qualsiasi motivo (medico, sociale, carcerario, istituzionale, anagrafico, cilturale …) sia prevista tendenzialmente la necessità di messa a punto di un progetto di vita specifico, PVF;

–          tale PVF, più o meno complesso a seconda dei casi, dovrà essere comunque articolato e definito tenendo presente alcune costanti, sul piano statutario/esistenziale;

–          fra tali costanti si segnala anzitutto, come già detto,  la centralità dell’approccio civilistico: ogni volta dovrà essere ben chiaro quali sono i diritti-doveri dell’interessato, quali le ombre di carattere personale o gestionale, quali i bisogni e le aspirazioni, quali i suggerimenti dei familiari, quali i motivi più significativi sul terreno medico, psicologico, criminologico, sociologico, psichiatrico e così via, quali le necessità sul piano residenziale, quali le esigenze patrimoniali, quali le priorità d’insieme e così via;

–          i momenti di tipo pubblicistico, assistenziale, catastale, contributivo, assegnistico, pur evidentemente importanti quali componenti del singolo progetto, andranno sempre immaginati e prospettati, nel testo,  come tramiti consequenziali e applicativi rispetto al “grande nucleo dei diritti e dei doveri” (PVF) di cui si è appena detto;

–          un aspetto da considerare attentamente è quello della sede “archivistica” in cui tale progetto può-deve  essere custodito, affinchè tutti coloro che sono  poi chiamati a compiere scelte sul conto di quella persona (medici, giudici, assistenti sociali, insegnanti) possano consultarlo: una indicazione generale potrebbe essere quello che veda in primo piano sia l’anagrafe delle persone, sia eventualmente un registro delle fragilità da immaginare presso ciascun assessorato alle politiche sociale dei vari Comuni;

–          si tratterà anche di monitorare attentamente quali sono i casi e le categorie per le quali il legislatore già oggi prevede la necessità di far capo ad un progetto di vita, e quali i casi in cui, benché ci si trovi davanti sicuramente a persone fragili, una tale previsione non esiste.

 

Prime Indicazioni Operative

–          Occorre una legge nazionale per introdure il nuovo istituto PVF; normativa da inserire eventualmente nel c.c.

–         Va definita  sinteticamente, in quel contesdto,  la nozione di fragilità, utilizzando un taglio pratico-gestionale

–          Il progetto di vita della persona fragile (scheda PVF) verrà contenuto/ospitato nell’Anagrafe, Ufficio di stato civile, Comune di residenza

–          La legge istitutiva prevederà il format tendenziale da seguire per la redazione di ogni singolo PVF, nei dettagli: (a) tutti i materiali e i passaggi essenziali della vità storica dell’interessato e (b) una ricca sintesi/identikit delle linee prospettiche/esistenziali da rispettare per ogni futura decisione (residenziale, patrimoniale, medica, comunitaria, sanitaria, etc.

–          Presso ogni ufficio dell’anagrafe vi sarà un segretariato/cancelleria deputato a ricevere man mano le segnalazioni di fragilità

–          Si metterà in moto poi, ove non appaia ingiustificata la segnalazione, la macchina (Commissione ad hoc, variabile nella composizione) che dopo aver sentito l’interessato, i familiari, gli addetti ai lavori, etc., confezionerà sotto la guida di un Got il PVF stesso

–          Nella varietà delle singole stuazioni, il PVF conterrà comunque sempre indicazioni (x) sia sotto il profilo personale/familiare/affettivo, (y) sia sotto quello patrimoniale, (z) sia sotto quello social-sanitario

–          L’introduzione del PVF come nuovo documento/istituto (Bill of rights, Magna charta della persona) non è  di per sé in compatibile con la presenza di altre schede, registri, cartelle personali, decreti, etc., relativi all’interessato, presso altri enti e uffici del territorio

–          I Servizi sociosanitari avranno l’obbligo, di fronte a situazioni di palese fragilità, di segnalare ogni volta il caso all’ufficio comunale-anagrafico PVF

–          Varranno riguardo al PVF i principi generale sulla privacy

–          Su tutti coloro deputati a prendere, nel corso del tempo,  decisioni significative riguardo alla  persona, varrà il dovere di consultare preventivamente il PVF, di tenerne sempre conto, di discostarsene solo motivatamente

–          Il contenuto ogni PVF sarà impugnabile/reclamabile, da una serie di soggetti (persona, famiglia, servizi),   presso l’ufficio del PVF stesso ed eventualmente poi presso il Giudice tutelare

–          Ogni PVF sarà aggiornabile/aggiornando periodicamente

–          Norme di dettaglio chiariranno atraverso quali passaggi giungere via via dalla miriade dei progetti, schede, riscontri oggi esistenti, (anche) al PVF vero e proprio a livello di Anagrafe

–          Una Consula etitca per fragilità sorveglierà a livello di Comune circa il buon andamento della macchina complessiva