METODO STEFANIA GUERRA LISI
Comunicazione come diritto nel progetto persona
16 Dicembre 2016 – CSV Corsano
Sono particolarmente grata a voi tutti che state partecipando a questo terzo incontro promosso dall’Associazione La Ragnatela e dedicato al tema della Comunicazione non verbale, nell’ambito di un approfondimento di problematiche attuative della Legge 6/2004 sull’Amministratore di Sostegno e della Legge 112/2016 sul Dopo di Noi.
Mi fa piacere ricordare che i gruppi di lavoro e l’assemblea plenaria – che ha concluso l’incontro del 19 Novembre – ha avuto il merito di porre al centro dell’attenzione il riconoscimento di una discordanza tra la quotidianità delle persone fragili e quello che la realtà giuridica prevede.
Va esplorata sino in fondo la realtà che si esprime nella quotidianità della persona fragile inabilitata e interdetta, che non deve essere condannata inesorabilmente ad un mondo di assenza di comunicazione, a causa di un deficit di percezione sensoriale, ma va aiutata a portar fuori tutto il mondo interiore inespresso.
Io ritengo che il diritto all’individualità vada sempre difeso malgrado la malattia o l’handicap.
Ogni persona è titolare di un diritto soggettivo che gli è proprio, gli appartiene per natura, e si relaziona secondo tecniche e modalità personali che si vanno codificando e diffondendo grazie sia alla ricerca accademica che e alla pratica quotidiana dei familiari.
A dispetto della distrazione di tanti, prevale nel vissuto quotidiano una metodologia di scambio informativo, perché anche il cosiddetto interdetto ha un suo mondo di relazione che gli è proprio e che gli appartiene e che si esprime in una lieson di comunicazione tra distinte personalità.
Sono diritti della persona, di libertà, di esistenza, di identità, negati, sia dall’Autorità che dalla Società, ma sempre evidenti per la nostra esperienza. Occorre riconoscere la tipicità di una vita di relazione che non si esaurisce nella parola, occorre affermare un principio di equivalenza dei diversi tipi di comunicazione interpersonale, per derivarne uno standard minimo di protezione per essere considerati soggetti e non oggetti.
Nel nostro piccolo siamo a percorrere, in sintonia crescente di nuove voci, questo percorso di recupero dall’esclusione perché ce lo chiedono sia il presente che il futuro dei nostri figli.
La MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi può essere definita come una disciplina della significazione,
della comunicazione e dell’espressione che ha come base il Corpo, luogo di incessante scambio tra mondo
interno e mondo esterno dal concepimento, costantemente attivo – attivato – attivante al tempo stesso, malgrado
tutto.
(Il Corpo Matrice di Segni nella Globalità dei Linguaggi – Stefania Guerra Lisi – Gino Stefani – BORLA)